lunedì 17 novembre 2008

LA FORMAZIONE E’ ATTIVAZIONE DELLE RISORSE DELL’ALTRO, NON E' RIEMPIMENTO

La metodologia dell’outdoor training permette un’esperienza di apprendimento diversa e nuova rispetto all’idea tradizionale e ormai radicata in noi della formazione. Parte dal presupposto che, come tutti noi abbiamo avuto modo di sperimentare durante il percorso scolastico, non basta stare in un aula ed ascoltare per apprendere. Occorre infatti uno sforzo maggiore che ci permetta di afferrare i concetti vivendoli attraverso la nostra pelle, ed aprire la porta dell’apprendimento che spesso è “chiusa dal di dentro”, scoprendo competenze, e anche nostre caratteristiche, di cui probabilmente prima non eravamo consapevoli. Credo infatti che il vero scopo di questa metodologia sia di permettere alle persone di scoprire, mettere in atto, valorizzare e riflettere (in particolare attraverso il debriefing) le competenze che loro possiedono, attraverso un’esperienza concreta e non consueta, caricata da una forte emozionalità. Fa un certo effetto vedere manager normalmente incravattati, “spogliarsi” delle loro formalità, ed impegnarsi in discese di rafting, dove ad un certo punto la guida del gommone è affidata alle persone stesse e non più all’esperto. Ed è proprio trovandosi in tali difficoltà che le persone reagiscono mettendo in atto dei comportamenti efficaci o meno, che sono la base di riflessione del debriefing che accompagna sempre questo evento formativo piacevole e aggregante. Ciò che mi ha particolarmente colpita partecipando a questi momenti riepilogativi e riflessivi è la facilità con cui le persone coinvolte riescono a trasportare l’esperienza originale vissuta ed il modo con cui hanno affrontato le difficoltà sulla propria esperienza lavorativa, trovando degli spunti concreti e vissuti per migliorare le proprie competenze al lavoro.
E’ attraverso l’azione che si forma la nostra conoscenza o meglio il nostro sapere, inteso come qualcosa di strettamente legato alla persona, ai suoi valori vissuti, al suo sentir profondo che lo tocca fino all’anima. Non basta l’ascolto ma occorre vivere delle esperienze significative per generare competenze...perchè sono convinta che ogni nostra competenza sia stata una volta un’emozione. Ma ogni esperienza in sé non ha valore se non viene riflettuta e pensata. Non basta quindi scendere con il gommone, o provare una forte emozione per migliorarci e assumere consapevolezza delle nostre competenze. Questa metodologia deve quindi dotarsi sia di un efficace debriefing, che di un valido esperto dei processi formativi degli adulti che sappia condurre il gruppo nella scoperta dei punti di forza e di debolezza emersi, facilitando, attraverso esercizi che richiamino alla mente l’esperienza vissuta, un trasferimento di quanto valorizzato nel proprio contesto lavorativo. Non è infatti un’attività improvvisata, una piacevole discesa in gommone tra colleghi, ma alla base dell’Outdoor Training c’è tutta la pienezza delle teorie dell’apprendimento dall’esperienza (Education Nouvelle con J. Dewey e E. Lindman, 1896; McDonald, 1964 con il pragmatismo; Hildgard e Bower, 1966, con il funzionalismo; le teorie della Gestalt, con Wertheimer, 1959; ma già prima con K.Lewin, 1935, fino a J. Bruner, 1966; a A. Maslow, 1972; C. Rogers, 1976; M. Knowles 1973; a D. Kolb, 1975).

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